La cappella della Congrega

Posta a destra del presbiterio della Chiesa degli Scalzi, la Congrega, è l’antico oratorio della Confraternita di Santa Maria di Porto Salvo detta “Confraternita dei pescatori”.

La cappella, secondo alcuni studiosi opera di Giuseppe Astarita, è databile almeno al 1760, come è mostrato dal cartiglio posto nella chiave dell’arco della volta che introduce all’abside, in cui è inserita l’iscrizione “Respice Stellam Voca Mariam A.D. 1760”.

L’intero ambiente presenta una volta a botte lunettata, elementidecorativi in stucco baroccheggiante e pavimento in cotto antico; presenta un coro ligneo, forse proveniente dall’antico coro dei monaci agostiniani scalzi. Nel pavimento sono presenti due botole tramite le quali si accede ad un vano inferiore che era adibito a cimitero della confraternita. A sinistra dell’abside da una porta si accedeva ad un altro locale cimiteriale, oggi “sala Don Gennaro Avellino”.

Sulle pareti si notano cornici in stucco che si ispirano a motivi marini e vegetali nelle quali trovano posto le tele raffiguranti episodi della vita di Maria, databili tra il XVIII e il XIX secolo, tutte di provenienza della scuola napoletana. Palesemente più antico e di buona fattura, quello della Presentazione di Gesù al Tempio è da considerarsi di un pittore locale congiunto a Sebastiano Conca come testimoniano l’impianto scenico e la tipizzazione dei personaggi. Di recente realizzazione sono invece, lo Sposalizio della Vergine e l’Adorazione dei Magi in sostituzione degli originali andati perduti.

Al centro della volta, all’interno di una cornice polilobata, si nota un affresco di cm 200×200 databile intorno alla metà del XVIII secolo, anch’esso di scuola napoletana. Esso raffigura “La Vergine Assunta in cielo” tra la gloria degli angeli ed in basso gli Apostoli esterrefatti, che circondano il sepolcro vuoto, in cui un angelo versa, da un panno bianco, delle rose.

Nell’abside, ben proporzionato, con volta a crociera e pavimento maiolicato, trova luogo un artistico altare di marmi policromi al di sopra del quale, in una cornice decorata a stucco, è collocato il pregevole dipinto raffigurante la Vergine con il Bambino in gloria detta “Madonna di Porto Salvo”, opera eseguita sotto l’influsso diretto di Paolo De Matteis. Esso si colloca stilisticamente nel filone della pittura classicista settecentesca germinata dall’arte di Carlo Maratta, dunque databile intorno alla metà del XVIII secolo.