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Natale – Ufficio delle letture

Proponiamo qui di seguito il testo completo dell’Ufficio delle Letture del Natale che può essere usato come momento di preghiera prima della Messa della notte. Se subito dopo l’ufficio viene celebrata la Santa Messa si omette l’inno Te Deum e l’orazione finale. Se si vuole prolungare la veglia, si recitano il tre cantici, il Vangelo e la Kalenda. 

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Invitatorio
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.

Antifona
Cristo è nato per noi:
venite adoriamo.

Salmo 94
Invito a lodare Dio

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.)

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.

Suo è il mare, egli l’ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.)

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce. (Ant.)

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa
nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova,
pur avendo visto le mie opere. (Ant.)

Per quarant’anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;

perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo ». (Ant.)

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen. (Ant.)

Inno
Fiorì il germoglio di Iesse,
l’albero della vita
ha donato il suo frutto.

Maria, figlia di Sion,
feconda e sempre vergine,
partorisce il Signore.

Nell’ombra del presepe,
giace povero ed umile
il creatore del mondo.

Il Dio che dal Sinai
promulgò i suoi decreti,
obbedisce alla legge.

Sorge una nuova luce
nella notte del mondo:
adoriamo il Signore!

A te sia gloria, Cristo,
con il Padre e lo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
Mi ha detto il Signore:
Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato.

Salmo 2
Perché le genti congiurano *
perché invano cospirano i popoli?

Insorgono i re della terra †
e i principi congiurano insieme *
contro il Signore e contro il suo Messia:

«Spezziamo le loro catene, *
gettiamo via i loro legami».

Se ne ride chi abita i cieli, *
li schernisce dall’alto il Signore.

Egli parla loro con ira, *
li spaventa nel suo sdegno:
«Io l’ho costituito mio sovrano *
sul Sion mio santo monte».

Annunzierò il decreto del Signore. †
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, *
io oggi ti ho generato.

Chiedi a me, ti darò in possesso le genti *
e in dominio i confini della terra.
Le spezzerai con scettro di ferro, *
come vasi di argilla le frantumerai».

E ora, sovrani, siate saggi *
istruitevi, giudici della terra;
servite Dio con timore *
e con tremore esultate;

che non si sdegni *
e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira. *
Beato chi in lui si rifugia.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona 
Mi ha detto il Signore:
Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato.

II Antifona
Come uno sposo
il Signore esce dalla stanza nuziale.

Salmo 18 A
I cieli narrano la gloria di Dio, *
e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio *
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Non è linguaggio e non sono parole *
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce *
e ai confini del mondo la loro parola.

Là pose una tenda per il sole †
che esce come sposo dalla stanza nuziale, *
esulta come prode che percorre la via.
Egli sorge da un estremo del cielo †
e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: *
nulla si sottrae al suo calore.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

II Antifona
Come uno sposo
il Signore esce dalla stanza nuziale.

III Antifona
La grazia è diffusa sulle tue labbra,
Dio ti ha benedetto per sempre.

Salmo 44
Effonde il mio cuore liete parole, †
io canto al re il mio poema. *
La mia lingua è stilo di scriba veloce.

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, †
sulle tue labbra è diffusa la grazia, *
ti ha benedetto Dio per sempre.

Cingi, prode, la spada al tuo fianco, †
nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte, *
avanza per la verità, la mitezza e la giustizia.

La tua destra ti mostri prodigi: †
le tue frecce acute
colpiscono al cuore i tuoi nemici; *
sotto di te cadono i popoli.

Il tuo trono, Dio, dura per sempre; *
è scettro giusto lo scettro del tuo regno.

Ami la giustizia e l’empietà detesti: †
Dio, il tuo Dio ti ha consacrato *
con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali.

Le tue vesti son tutte mirra, aloè e cassia, *
dai palazzi d’avorio ti allietano le cetre.
Figlie di re stanno tra le tue predilette; *
alla tua destra la regina in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, *
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
al re piacerà la tua bellezza. *
Egli è il tuo Signore: prostrati a lui.

Da Tiro vengono portando doni, *
i più ricchi del popolo cercano il tuo volto.

La figlia del re è tutta splendore, *
gemme e tessuto d’oro è il suo vestito.

E’ presentata al re in preziosi ricami; *
con lei le vergini compagne a te sono condotte;
guidate in gioia ed esultanza, *
entrano insieme nel palazzo regale.

Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; *
li farai capi di tutta la terra.

Farò ricordare il tuo nome *
per tutte le generazioni,
e i popoli ti loderanno *
in eterno, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

III Antifona
La grazia è diffusa sulle tue labbra,
Dio ti ha benedetto per sempre.

V. Il Verbo di Dio si è fatto carne, alleluia,
R. è venuto ad abitare in mezzo a noi, alleluia.

Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia
11, 1-10

La radice di Iesse e la pace messianica
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e di intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i poveri
e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese.
La sua parola sarà una verga
che percuoterà il violento;
con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.
Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia,
cintura dei suoi fianchi la fedeltà.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa pascoleranno insieme;
si sdraieranno insieme i loro piccoli.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca dell’àspide;
il bambino metterà la mano
nel covo di serpenti velenosi.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la saggezza del Signore
riempirà il paese
come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno la radice di Iesse
si leverà a vessillo per i popoli
le genti la cercheranno con ansia,
la sua dimora sarà gloriosa.

Responsorio
V. Oggi il Re del cielo nasce per noi da una vergine per ricondurre l’uomo perduto al regno dei cieli.
R. Gode la schiera degli angeli, perché si è manifestata agli uomini la salvezza eterna.
V. Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini, che egli ama.
R. Gode la schiera degli angeli, perché si è manifestata agli uomini la salvezza eterna.

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 1 per il Natale, 1-3; PL 54, 190-193)

Riconosci, cristiano, la tua dignità
Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l’impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la natura umana, l’assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui a aveva reas schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14). Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo. Di questa opera ineffabile dell’amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi l’umanità nella sua miseria! O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo, perché nella infinita misericordia con cui ci ha amati, ha avuto pietà di noi, e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo (cfr. Ef 2,5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Deponiamo dunque «l’uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4,22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricòrdati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.

Responsorio
V. Oggi la pace vera scende per noi dal cielo.
R. oggi su tutta la terra i cieli stillano dolcezza.
V. Risplende per noi il giorno di una nuova redenzione, giorno preparato da secoli, gioia senza fine.
R. Oggi su tutta la terra i cieli stillano dolcezza.

Se all’Ufficio delle Letture segue subito la Messa, si omette il Te Deum e l’orazione finale e si può continuare con il [**].

Inno TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

[*] Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

[*] Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.

Orazione
O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
V. Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.

[**]
Antifona
Emmanuele sarà il suo nome: Dio con noi.

Cantico I
Inno dopo la vittoria
La città santa di Gerusalemme è cinta da un grande e alto muro con dodici porte (cfr. Ap 21, 12).

Abbiamo una città forte; *
egli ha eretto a nostra salvezza mura e baluardo.
Aprite le porte: *
entri il popolo giusto che si mantiene fedele.

Il suo animo è saldo; †
tu gli assicurerai la pace,
pace perché in te ha fiducia.

Confidate nel Signore sempre, *
perché il Signore è una roccia eterna;

Il sentiero del giusto è diritto, *
il cammino del giusto tu rendi piano.

Sì, nella via dei tuoi giudizi,
Signore, in te noi speriamo; *
al tuo nome e al tuo ricordo
si volge tutto il nostro desiderio.

Di notte anela a te l’anima mia, *
al mattino ti cerca il mio spirito,
perché quando pronunzi i tuoi giudizi sulla terra, *
giustizia imparano gli abitanti del mondo.

Signore, ci concederai la pace, *
poiché tu dai successo a tutte le nostre imprese.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

Cantico II
La venuta del Signore
La parola del Signore rimane in eterno. È questa la parola del vangelo che vi è stato annunziato (1 Pt 1, 25).

«Consolate, consolate il mio popolo, *
dice il vostro Dio.

Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele †
che la sua schiavitù è finita, *
la sua iniquità è stata scontata,

perché ha ricevuto dalla mano del Signore *
doppio castigo per tutti i suoi peccati».

Una voce grida: 
«Nel deserto preparate la via al Signore,
appianate nella steppa la strada per il nostro Dio.

Ogni valle sia colmata, *
ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura.

Allora si rivelerà la gloria del Signore †
e la vedrà ogni uomo, *
poiché la bocca del Signore ha parlato».

Una voce dice: «Grida» *
e io rispondo: «Che dovrò gridare?».
Ogni uomo è come l’erba *
e tutta la sua gloria è come un fiore del campo.

Secca l’erba, il fiore appassisce
quando il soffio del Signore spira su di essi.

Secca l’erba, il fiore appassisce *
ma la parola del nostro Dio dura sempre.
Veramente il popolo è come l’erba.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

Cantico III
Nella città di Dio consolazione e gioia
La Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre (Gal 4, 26).

Rallegratevi con Gerusalemme, *
esultate per essa quanti la amate.
Sfavillate di gioia con essa *
voi tutti che avete partecipato al suo lutto.

Così succhierete al suo petto †
e vi sazierete delle sue consolazioni; *
succhierete, deliziandovi,
all’abbondanza del suo seno.

Poiché così dice il Signore: †
«Ecco io farò scorrere verso di essa,
la prosperità come un fiume; *
come un torrente in piena la ricchezza dei popoli;

i suoi bimbi saranno portati in braccio, *
sulle ginocchia saranno accarezzati.

Come una madre consola un figlio †
così io vi darò consolazione; *
in Gerusalemme sarete consolati.

Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, *
le vostre ossa saran rigogliose
come erba fresca».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo
Forma breve: 1, 18-25

Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Kalenda
[25 dicembre]
Ottavo giorno prima delle Calende di gennaio.
Luna [n.].
Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,
quando in principio Dio aveva creato il cielo e la terra
e aveva fatto l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio,
l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno,
segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo che Abramo, nostro padre nella fede,
migrò dalla terra di Ur dei Caldei;
tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto
sotto la guida di Mosè;
circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide;
nella sessantacinquesima settimana, secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma;
nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto;
quando in tutto il mondo regnava la pace,
Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,
volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta,
concepito per opera dello Spirito Santo,
trascorsi nove mesi,
nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana.

Al termine dell’Ufficio delle Letture si scopre Gesù Bambino e si intona il Gloria.