Nei primi secoli dopo il Mille, nel Napoletano, gran parte della cui popolazione era dedita alla pesca e al traffico marittimo, sorse il culto verso la madonna di Porto Salvo, la Madonna protettrice del mare, che conduce i marittimi salvi in porto. C’è infatti tutt’ora in Napoli una Chiesa dedicata alla Madonna sotto questo titolo. Anche nel borgo di Gaeta, la cui popolazione era dedita quasi esclusivamente al lavoro della campagna, alla pesca e alla navigazione (fino alla fine quasi del secolo scorso erano rinomati i nostri cantieri) passò dalla vicina Napoli la denominazione e il culto della Madonna di Porto Salvo. In un primo tempo sulle pendici meridionali del Colle Atratino, verso le acque del golfo, fu costruita una Cappellina dedicata alla Madonna, con annessa una piccola abitazione per il custode – il romito, come allora si diceva -, che aveva cura della manutenzione della chiesetta, e provvedeva a quanto era necessario per lo svolgersi del culto liturgico. Nell’anno 1624 nacque il pensiero di far sorgere in quel luogo un Monastero degli Agostiniani Scalzi, in seguito alla predicazione quaresimale di un Padre di quell’ordine che aveva riscosso grandi simpatie anche dalla popolazione.

Così, superate difficoltà, contrarietà e cose del genere, che non mancano mai, sorse prima il convento, soppresso nel 1808, venduto a privati in seguito, a mezzo di asta pubblica, e gettato a terra durante I’assedio del 1860-1861 dalle bombe borboniche che da Monte orlando puntavano sulla vicina mole Atratina, dov’era rifugiato lo stato maggiore piemontese. In seguito, verso la metà del secolo fu poi edificata la Chiesa, di stile barocco, e intitolata alla Madonna di Porto Salvo, il cui culto veniva maggiormente sviluppandosi, e se ne stabilì la festa nel mese di agosto, nella domenica che segue la festività dell’Assunta, anche per rispetto alla Chiesa Cattedrale della città, dedicata all’Assunta. La statua attuale della Madonna, nella veste di gala, comune alle matrone di quei tempi, ha un volto pieno di maestà e di grazia; la ricca veste di broccato con ricami in oro veramente originali, rimonta all’anno 1831. Verso la fine del XIX secolo si cominciò anche a pensare alla processione per mare, che aveva luogo ogni tanti anni ed in circostanze particolari. Ma non era una vera processione perché la Statua della Madonna, trasportata all’oscura, di prima sera, dalla Chiesa a Montesecco, e collocata sull’imbarcazione preparata, veniva solo illuminata, quando la barca era nel bel mezzo della rada, e improvvisamente appariva fra le luci a petrolio prima, a gas acetilene poi, la bella Madonna, che restava lì sola, per essere riportata a terra e in Chiesa, al termine della serata di festa. Solo dal 1926, con il parroco Salvatore Buonomo, la processione a mare è diventata annua, ed ha mantenuto la caratteristica, che oggi ancora conserva, e che tanta bellezza e decoro dà alla bella manifestazione religioso-marinara, cui tanta gente, anche di lontano, accorre con vero entusiasmo. Il parroco Buonomo, i compianti cap. Salvatore Magliozzi e Com. te Franco Staibano, Presidente della Sez. Combattenti, hanno il merito di aver contribuito al nascere e all’affermarsi della processione a mare. Anche la Marina Militare, interessata (c’era allora il Comando della Difesa marittima, oltre la Capitaneria di Porto) è sempre venuta incontro alla festa, offrendo i mezzi marittimi. La caratteristica manifestazione subì una sosta negli anni 1943 e 44,e riprese subito il suo rigoglioso fiorire e le Autorità provinciali ci tenevano a prenderne parte. Anzi i dirigenti dell’E.P.T., che mai mancarono al rito marinaro, ne erano così entusiasti che, nel 1949, la proclamarono “Festa provinciale del mare”, da svolgersi sotto il patrocinio dell’E.P.T.

17 Agosto 1966
Estratto da ‘Gaeta e dintorni’ vol. 1 – Gaeta, 1989
don Salvatore Buonomo