DESCRIZIONE

La pianta si ispira alla concezione della chiesa come luogo di assemblea dei fedeli, così come è stata definita dal Concilio di Trento. Difatti la chiesa è ad una sola navata rettangolare a presbiterio allungato; quattro cappelle laterali rettangolari dalle quali si ha soltanto una visione parziale dell’altare maggiore e che anticamente erano in comunicazione tra di loro.

L’edificio è di un semplice gusto tardo barocco napoletano e reca in tutto il suo corpo numerose cornici in stucco. Il soffitto si presenta con un una volta a botte lunettata. Di pregevole fattura i tre rosoni presenti nell’arco trionfale che separa la navata dall’abside ove si inserisce l’altare maggiore riccamente decorato con marmi policromi intarsiati. Lateralmente reca due volute con testa di cherubino. Sul fondo del presbiterio si conserva, in una nicchia marmorea, l’antica effige di Maria SS. di Porto Salvo che da titolo alla chiesa, statua che si fa risalire ai primi del XIX sec.

La facciata esterna è di una semplicità estrema. Essa presenta un prospetto terminante in una curva a tre centri trattenuta ai lati con due volute e con al centro un grande finestrone rettangolare.
Sul lato sinistro del prospetto sorge il tozzo campanile a pianta quadrata e terminate con una cupola a sesto rialzato. Dal 1822 fino agli ultimi restauri effettuati (1980-90), ospitava il più antico orologio del Borgo con quadrante a formelle maiolicate.

Annessa alla chiesa (sul lato destro del presbiterio) vi è la cappella della Congrega di S. Maria di Porto Salvo, che funzionò come sala consiliare dei confratelli e come luogo di sepoltura. La volta è a botte lunettata, con cornici in stucco ispirate a motivi marini e floreali. Le tele collocate nei riquadri raffigurano episodi sacri e in particolar modo ripercorrono le tappe fondamentali della vita di Maria Santissima. Nel piccolo abside trova luogo il pregevole dipinto della Madonna di Porto Salvo, sopra un artistico altare di marmi policromi.
A fianco della cappella, dietro il muro presbiteriale, c’era il cimitero propriamente detto “degli Scalzi”, aula ora adibita a sala parrocchiale.
Dell’antico convento agostiniano restano solamente i vani dell’ala occidentale. Sul lato sinistro della chiesa, ove un tempo c’era la farmacia, c’è oggi l’alloggio del parroco.

STORIA

La chiesa e il convento, posti in cima alla larga scalea denominata Salita degli Scalzi, sono stati costruiti a partire dal 1624, sulla proprietà di un certo Francesco Santilli che la concesse ai Padri Scalzi di Sant’Agostino, in cambio di una messa la settimana, celebrata a perpetuo suffragio della sua anima.
Dal registro della curia generalizia dei padri agostiniani scalzi risulta che la chiesa fu voluta dalla cittadinanza per onorare la memoria del padre Bonaventura di S. Guglielmo, dopo la predicazione quaresimale tenuta in Gaeta nel 1624. Il monastero fu soppresso nel 1809 per effetto delle leggi decennali francesi, durante le quali per mancati restauri cadde in abbandono.

L’ala occidentale col tempo crollò in gran parte, quella orientale venne ridotta ad abitazioni urbane; di quella meridionale esiste ancora qualche avanzo del muro di cinta, mentre dal lato settentrionale il chiostro era limitato dall’attuale chiesa.

Nel chiostro compreso fra le ali, ora interrato e coltivato ad agrumi, esiste un pozzo di acqua sorgiva; e sul sagrato della chiesa si apriva il vano di una farmacia (ora casa parrocchiale) che i frati esercitavano, anche per uso del pubblico.

L’opera subì ulteriori deperimenti per l’assenza parziale delle pratiche religiose.
Assunse il ruolo di succursale della parrocchia dei Santi Cosma e Damiano e dal 1944 è sede parrocchiale, dopo la distruzione dell’antica chiesa omonima (successivamente ricostruita in dimensioni ridotte nel dopoguerra).
In seguito agli eventi bellici della II guerra mondiale la chiesa ha subito lavori di ripristino e consolidamento delle parti danneggiate (1944 – 1945), mentre a distanza di 20 anni nuovi interventi di consolidamento delle parti del convento al ridosso della chiesa l’hanno interessata.
Tra il 1980 – 1990, sono stati restaurati e tinteggiati l’interno della chiesa e della cappella della Congrega, quest’ultima restaurata anche nel 2013. Nel 2013, invece, vengono eseguiti il lavori di tinteggiatura e restauro della facciata con annesso campanile nonché il ripristino dell’antico orologio a maioliche.